guaraldi editore

Laboratory for a new book economy

Breve Storia della Guaraldi Editore 

 

La "prima" Guaraldi nasce a Firenze nel 1971 con un'unica collana, "Ipotesi", suddivisa in tre sezioni "Informazione e cultura", "Passato e futuro" e "Presente imperfetto", cui ben presto si aggiungono "La Sfinge" per la psicoanalisi e "Le Frontiere dell'Educazione". Il gruppetto che la anima è formato, oltre che da Mario Guaraldi, da giovani ricercatori come G. Bechelloni, M. Caciagli, V. Baldacci e da giovani grafic designer come Andrea Rauch. I primi titoli pubblicati hanno un effetto dirompente nella cultura di quegli anni: Il calcio come ideologia, La dialettica dei sessi, Sisifo, ovvero i limiti dell'educazione, Le comuni infantili, Guida all'educazione non repressiva, Diario di un educastratore, I pampini bugiardi di Umberto Eco; le prime traduzioni di Pierre Bourdieu, Fourier, Strindberg, Bataille, Ernest Jones, Otto Rank, Geza Roheim e tanti altri sbattono la casa editrice sulle prime pagine dei giornali. La battaglia culturale della Casa editrice contro le "tigri di carta", i colossi editoriali, dura appena otto anni.

Nel 1979 la Casa editrice è obbligata  a passare  di mano, a una lira simbolica, per proseguire l'attività come NGE, poi finita nelle secche di tangentopoli. I tempi troppo recenti non consentono ancora di raccontare pubblicamente i retroscena di questo “assassinio” editoriale.

Durante l’esilio editoriale, Guaraldi si trasferisce a Genova dove dirige parte del marketing Mira Lanza e rilancia le figurine dell’Olandesina; fonda “Art Planning” - la prima “casa editrice di spettacoli”-,  produce e fa circolare grandi spettacoli di balletto contemporaneo come la Compagnia americana di Martha Graham e lancia nel mondo  il giapponese Kazuo Ohno. Per due anni dirige anche gli spettacoli del Meeting di Rimini.
Riappare  come editore, sempre col nome Guaraldi,  solo dodici anni più tardi, nel 1991, anche questa volta con due titoli shock: Baghdad, la guerra e oltre, a firma del futuro Presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni e dell'ex leader dell'Unione dei marxisti-leninisti Aldo Brandirali; e Con questa tonaca lisa di don Oreste Benzi, il fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII.
Questa "seconda" Guaraldi imbocca ben presto la strada dello scouting di nuovi talenti letterari: Davide Rondoni, Alessandro Zignani, Guido Conti sono solo alcuni esempi delle "scoperte" di cui si fregia. Con Guido Conti organizza due celebri convegni letterari, a Colorno, inventandosi la sigla dei "Nuovi Selvaggi" il cui primo resoconto antologico è a cura di Fulvio Panzeri. Due importanti antologie dedicate a La nuova critica letteraria e ai Nuovi poeti italiani contemporanei portano rispettivamente la firma di Arnaldo Colasanti e Roberto Galaverni. Lancia un progetto di traduzione letteraria chiamato ironicamente "Ennesima", dando vita a una collana di Grandi Classici affidati a giovani traduttori.
Ma è nel 1996 che la Casa editrice imbocca decisamente l'avventura del web, mettendo tutto il proprio catalogo in rete e sperimentando per prima le tecniche di Print on demand sviluppate e approfondite poi negli anni successivi anche a livello di Consiglio d'Europa, esperimenta le tecniche di stampa da remoto  e crea FAST BOOK , la “sottomarca” On Demand che usa la vetrina della propria sede come maxi schermo per le lavorazioni in corso d’opera. Crea anche il primo sito non ufficiale italiano dedicato a Federico Fellini. Anche a questo proposito i tempi troppo recenti non consentono ancora di raccontare pubblicamente la verità sulla cosiddetta Fondazione Fellini.
Nel luglio 2000 l'editore cede la maggioranza della casa editrice al Gruppo Logos di Modena (in vista di una entrata in Borsa che poi non avverrà), cessa quasi completamente l'attività di stampa cartacea e si occupa attivamente di incrementare Wordtheque, la biblioteca digitale ondine del Gruppo (www.wordtheque.com) in 113 lingue. Ma è un nuovo esilio.
Nel giugno 2002, una cordata di imprenditori riminesi riacquista la maggioranza e riporta la casa editrice a Rimini .
L'avventura continua per l’ennesima volta  con un nuovo programma editoriale realizzato  in doppia veste - digitale e cartacea - e delibera di rinunciare alla distribuzione in libreria puntando tutto esclusivamene sul proprio sito web e sull’utilizzo delle piattaforme di “ricerca libri” avviate contestualmente da Google e da Amazon (con la sperimentazione dei primi testi metadatati stampabili a distanza).

E’ la stagione dei grandi libri e dei grandi progetti : La mia Rimini di Fellini, ad esempio, ma soprattutto il De Re Militari di Roberto Valturio, quello che viene definito l’unico verto omaggio e contestualmente l’addio a Gutemberg, con la pubblicazione facsimilare dell’editio princeps del 1472 accompagnato  dal DVD con PDF nascosto di ben 4 edizioni dello stesso proto best-seller  e primo libro “illustrato” della nascente editoria italiana. “Grazie Gutenberg. E addio”: questo l’incipit dell’introduzione al poderoso cofanetto.

Nel 2003 contribuisce a far nascere il primo Master in editoria e nel  2005 è chiamato ad insegnare editoria libraria al Corso di Laurea in Editoria Madia e Giornalismo della Facoltà di Sociologia di Urbino. Dal 2012 insegna all'Università di Parma.

 

 

 



 

 

 

Corrispondenza fra Mario Guaraldi e Paolo Boringhieri
(gennaio-febbraio 1977)

 

5 gennaio 1977

 

Caro dr Paterson,

ho ricevuto la Sua lunga lettera dell'8 dicembre con acclusa una unica copia del contratto relativo all'antologia di Lou Andreas-Salomé. Naturalmente non posso ritenermi completamente soddisfatto della soluzione da Lei propostami, essendo del tutto inusuale un accordo che non garantisca l'editore contro altre pubblicazioni di altri editori che contengano le stesse opere.

Ma, in particolare, ciò che mi riesce più difficile da accettare è la decisione che tutti i diritti sulle traduzioni italiane delle future antologie tratte da «Imago» e da «Almanach» secondo il piano internazionale cui allude, siano attribuite a priori a Boringhieri. Ciò mi sembra non solo ingiusto nei nostri confronti e in relazione ai meriti certi che abbiamo acquisito con la no­stra collana di psicoanalisi «La Sfinge» (che gode fra l'altro dell'esplicito appoggio della Società Italiana di Psicoanalisi, essendo il suo direttore, prof. Carloni, appunto membro del di­rettivo della SPI), ma anche controproducente ai fini di una tempestiva presenza e diffusione dei testi classici della psicoana­lisi sul mercato italiano.

In questo senso ho creduto giusto e opportuno prendere contatto direttamente con Paolo Boringhieri per discutere con lui, in tutta franchezza di questo problema. Mi sembra infatti che da un accordo fra le nostre case editrici, al di là di una logica puramente concorrenziale, possa scaturire qualcosa di utile per en­trambi e conseguentemente per la Sigmund Freud Copyrights Ltd. Non va infatti dimenticato che il mercato della psicoanalisi in Italia è ancora assai scarso e contraddittorio, e che lo sforzo di edizione e di recupero di una serie di autori sconosciuti in Italia ha, oltreché un preciso significato culturale, anche il senso di aprire e creare un mercato per questo genere di letteratura.

In questo senso vanno letti i nostri progetti di antologie di autori della prima generazione freudiana che risalgono a oltre due anni fa e che non escludo possano avere avuto il merito di sollecitare Lei stesso, la Ficher Verlag e Sigmund Freud Copyrights a progettare le antologie internazionali di «Imago» e «Almanach». Come ricorderà, infatti, fummo noi a chiederLe due anni fa gli indi ci di queste due riviste su cui abbiamo lavorato a lungo prima di proporLe le antologie di cui alle nostre precedenti lettere.

In conclusione, è con la speranza che sia possibile rivedere globalmente il rapporto di collaborazione fra la nostra Casa editrice e la Sigmund Freud Copyrights Ltd che provvedo a restituirLe una copia del contratto debitamente controfirmata con accluso assegno bancario per l'importo di $ 350. Nei prossimi giorni mi incontrerò con Paolo Boringhieri e avrò cura di tenerLa informata sugli esiti di tale incontro.

Colgo l'occasione per inviarLe i miei più cordiali auguri per il nuovo anno.

Mario Guaraldi

 

 

 

 

13 gennaio 1977

 

Caro Boringhieri,

ritengo giusto, per correttezza, inviarti copia della lettera da me inviata a Paterson, a proposito dell'antologia di Lou Andreas-Salomé.

Mi dispiace di essere stato forse eccessivamente «aggressivo» nella mia telefonata, ma continuo a ritenere che un accordo fra di noi possa solo dare dei frutti positivi per entrambi.

Attendo dunque che tu voglia fissarmi un appuntamento a Milano o a Torino per discutere pacatamente di tutto.

In attesa: buon lavoro per il '77!

Tuo

Mario Guaraldi

 

 

Torino, 10 febbraio 1977

 

Caro Guaraldi,

grazie della tua ultima lettera e grazie soprattutto della correttezza di cui hai dato prova nei confronti sia di Paterson sia miei.

Con altrettanta lealtà mi pare giusto chiarirti la mie posizione sulla faccen­da Imago-Almanach. Non sono editore per diritto divino e pertanto non mi spettano opzioni a priori su nulla, tantomeno su «Imago» e «Almanach»). Tuttavia già da diversi anni, e precisamente da quando ho avviato il piano di edizioni dei classici della psicoanalisi, ho preso in considerazione le riviste alla quali an­che tu sei interessato. Alla mia prima richiesta Paterson rispose proponendo la pubblicazione completa, al che da parte nostra si contropropose scelte antologi­che più o meno simili a quelle cui anche tu pensi. Ci si accordò quindi, nel 1973, sul nostro diritto a operare una scelta antologica su tutto il materiale contenu­to in «Imago» e «Almanach». Credo sia questo l'accordo cui fa riferimento Paterson nella sua corrispondenza con te.

In questi anni la pubblicazione della antologie ha continuato a figurare nei no­stri piani editoriali e se non ha avuto finora attuazione lo si deve soltanto all'ordine di precedenza che abbiamo stabilito e che vede al primo posto, com'è naturale, il completamento delle opere di Freud e di Jung, dei rispettivi epi­stolari e l'edizione dei classici minori della psicoanalisi (Abraham, Anna Freud, Hartmann ecc.).

Ora di fronte alla tua richiesta non mi par giusto far valere in modo fiscale e restrittivo l'opzione acquisita diversi anni fa: da un lato non mi piacciono queste forme di riservato dominio, dall'altro non voglio sottrarre agli studiosi e al pubblico italiano la possibilità di conoscere con qualche anno d'anticipo un materiale tanto ricco e stimolante.

Nulla da eccepire quindi sulla tua iniziativa alla quale anzi auguro il miglior successo. Di conseguenza ti posso assicurare che nei prossimi anni non pubbli­cherò antologie in concorrenza con te: lascio volentieri ad alcuni nostri colleghi il piacere di esibirsi nell'arte dell'imitazione e del plagio.

Penso invece, e te lo dico con franchezza, a una diversa utilizzazione dei miei originali diritti su «Imago» e «Almanach». Tu sai che da un paio d'anni abbiamo avvia­to una collana di pocket, la Biblioteca Boringhieri, in cui fino ad ora sono usci­te solamente opere di Freud. In verità il piano della collanina è pensato in tre sezioni: Opere di Freud, Opere di Jung (inizieranno a uscire tra un paio di mesi), Origini della psicoanalisi (primi psicoanalisti e filo­ni culturali coinvolti nella nascita della psicoanalisi; inizierà a usci­re l'anno prossimo). Penso quindi di utilizzare alcuni saggi tratti da «Imago» e «Almanach» per questa terza sezione della collana.

Non credo che la cosa potrà in alcun modo nuocerti: si tratta di una fascia di prezzo e quindi di pubblico completamente diversa da quella cui tu indirizzi le tue antologie e inoltre di une utilizzazione assai ridotta rispetto all'originale progetto (la sezione nel suo insieme comprenderà una trentina di titoli).

Mi pare, questo che ti propongo, un accordo equo e ragionevole che evita il rischio di assurde concorrenze e insieme consente a entrambi di sviluppare senza remore il proprio disegno editoriale.

Attendo quindi sull'intera questione un tuo cenno che spero sarà di consenso. Resto beninteso a tua disposizione per qualsiasi chiarimento o precisazione che ti sembrerà necessaria.

Saluti cordiali e arrivederci a presto. Tuo

Paolo Boringhieri

 

 

21 febbraio 1977

 

Caro Paolo,

è il mio turno di ringraziare te per la tua correttezza e per la di­sponibilità che dimostri a una concreta collaborazione sul piano reale.

Sono ampiamente d'accordo su tutta la tua impostazione e credo che a questo punto non resti che mettersi in contatto con M. Paterson per farlo parte del nostro accordo di collaborazione. Mi sembrerebbe più corretto che fossi tu a scrivergli, o quanto meno che lo facessimo entrambi. Cosa ne pensi?

Mi auguro comunque che avremo presto l'occasione di incontrarci a Torino o a Firenze, dove saresti mio ospite graditissimo.

Tuo

Mario Guaraldi

 

 

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